Oggi viviamo immersi nella luce e, anche quando ci accostiamo all’arte, per apprezzarla avvertiamo la necessitą di un’illuminazione intensa, studiata per valorizzare ogni pittura, scultura ed architettura agli occhi esigenti di noi uomini moderni. Ma quando ancora non era impiegata la luce elettrica e - oltre al rischiaramento diurno - l’unica sorgente possibile era il fuoco, come era la percezione delle opere? E, soprattutto, le condizioni di visione di queste ultime erano oggetto di attenzione e di specifiche scelte da parte degli artisti? L’analisi di esempi e testimonianze del XVII secolo permette di rispondere a questi interrogativi e, contestualmente, suggerisce una riflessione sul presente “alla luce” del passato.
Biografie
Elena Castelli De Angelis si laurea in Conservazione dei Beni Culturali a Genova. Con il supporto scientifico del CNR compie sperimentazioni sullilluminazione a candele di due dipinti dei secoli XVI e XVII. Collabora con le universitą brasiliane di San Paolo, Campinase Belo Horizonte.
A cura di
Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova
In collaborazione con
Associazione Amici dell'Accademia Ligustica di Belle Arti Onlus
Note
La conferenza č collegata alla mostra Una bellezza insolita.