La lingua dei segni italiana è usata da migliaia di persone nel nostro Paese, sorde e udenti. In questo documentario si raccontano le storie di un gruppo di loro: con la lingua dei segni, spiegano, puoi farti una famiglia, uscire con gli amici, lavorare, viaggiare e giocare. Puoi anche andare a ballare. Ma si racconta anche la storia di una lingua che, a dispetto di quel che dice la scienza e di quel che succede nel resto del mondo, in Italia non è riconosciuta dalla legge. Ed è sconosciuta dalla maggior parte degli italiani. Questo alimenta miti e misteri, che vanno da “è tanto affascinante…” a “ma è un linguaggio universale?”. E alimenta le mille difficoltà e i pregiudizi che le persone sorde si trovano ad affrontare nella nostra rumorosa comunità. Il documentario vuole essere una riflessione sull’importanza della comunicazione nelle nostre vite, e su quanto questa comunicazione costruisca la nostra cittadinanza e, a tratti, anche la nostra felicità.
Biografie
Silvia Bencivelli, giornalista scientifica freelance, una laurea in Medicina e un master in Comunicazione della scienza, collabora con la RAI, «le Scienze», «la Stampa» e la Sapienza di Roma. Ha scritto libri, tra cui Perché ci piace la musica (Sironi editore, 2007 e 2012); Che cosa intendi per domenica (Liberaria editrice, 2013) e Comunicare la scienza, con Francesco P. De Ceglia, (Carocci, 2013).
Chiara Tarfano, videomaker e documentarista. Nel 2006 e nel 2007 ha vinto il primo premio del Festival Raccorti Sociali, con Contrasti di Passaggio e Donne di carta. Nel 2010 è coautrice del documentario‐inchiesta Diversamente etero. Nel 2011 è in finale al Capodarco Film Festival con Nadiya. Nel 2012 ha vinto con Silvia Bencivelli il concorso Short on Work della Fondazione Marco Biagi, con 2033.