Qual è il posto del linguaggio nell’ordine della natura? “Il linguaggio è più simile a un fiocco di neve che al collo di una giraffa, – ha affermato Noam Chomsky – le sue proprietà specifiche nascono dalle leggi della natura, non sono qualcosa che si sviluppa come accumulo di fatti storici casuali”. Questa affermazione è collegata a una concezione precisa della mente e della natura umana, che si è imposta con l’emergere della scienza cognitiva, ma che ha radici storiche antiche e illustri. Ne parla il linguista Andrea Moro, a partire dal suo recente libro Parlo dunque sono (Adelphi, 2013). Si tratta di una sorta di “album fotografico” del linguaggio, in cui Moro ripercorre questo modo di concepire la facoltà linguistica dell’uomo attraverso le “istantanee” di studiosi quali Platone, Aristotele, Cartesio, i grammatici di Port Royal, fino a Bertand Russell, a Jakobson, e, appunto, a Chomsky.
Biografie
Andrea Moro, professore ordinario alla Scuola Superiore Universitaria IUSS di Pavia, dirige il Laboratorio di neurolinguistica NeTS. Studia le proprietà matematiche delle lingue umane e la loro relazione con la struttura del cervello. È stato visitor per molti anni a MIT e Harvard.
In collaborazione con
Adelphi Edizioni